Angel Wing Heart

2 comments ; mercoledì 11 settembre 2019

In quello che mi piace pensare sia l’angolino più bello della Sicilia orientale, sono nata e cresciuta io e altrettanto ha fatto l’autore del racconto di cui vi parlerò. I miei lettori fissi sapranno che, per mia indole, parlare in maniera totalmente didascalica di qualunque cosa sottoposta all’attenzione, astenendomi dall’elucubrazione è materia fredda e dura, ma in questo caso ho fatto proprio una certa fatica ad immedesimarmi in un lettore che si approccia alle parole di Salvatore per la prima volta e senza averlo mai ascoltato o sentito nominare. Uno ‘di fuori’, ecco.

Lì, dove abita il mare, c’è un paesino pieno di amici di vecchia data, viandanti di una vita di ricerca avvilente del proprio posto nel mondo, che ritornano dalle grandi città dove hanno cercato, o forse trovato, la propria stabilità; dalla più iconicamente (e sottolineo iconicamente, non abbiatemene) grigia, Milano, ecco arrivare il nostro narratore, che poi è il nostro autore, e qui iniziano le difficoltà: è un racconto? Una biografia?


Lo spettatore va in vacanza, si tuffa tra le onde, riemerge, gusta un caffè al bar, va a letto molto tardi e si alza pieno di energie vacanziere e di propositi come il suo protagonista, ma altrettanto sente i morsi della nostalgia di una vecchia vita d’affetti e d’avventure quotidiane, e insieme lo sconforto del ritorno prossimo alla routine prescritta e inscatolata.
Qui e là, forse fin troppo spesso, tra citazioni di grandi della letteratura e della filosofia, l’amore e il risentimento per le donne di questa vita, colpevoli di aver amato troppo o troppo poco, per aver osato a volte persino cercare di ritrarre nel solo poco spazio di uno specchio l’immagine chiara e nitida della personalità sfuggente del protagonista. E sono forse questi eccessi, o accessi, d’inconscio a farmi sentire che questa sia in toto una biografia. Come a dire “sono fatto così, a malapena mi capisco io, figurarsi voi”.

Ma come ho detto, mi viene difficile essere certa di non aver fatto voli pindarici, io che tendo ancora pericolosamente all’idealizzazione. Mi sono chiesta più volte, mentre scrivevo questo post, se per caso non stessi andando troppo in là con la mia personalissima interpretazione, esponendo quel che io penso sia un solo granello del retropensiero dell’autore; ma lui non ha temuto di rimettersi al giudizio dei lettori, perciò non lo faccio io.



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𝒎 𝒐 𝒏 𝒕 𝒓 𝒐 𝒔 𝒆

Irene (o "montrose"), 29.O8.1996.
Studentessa di Lettere Classiche col mare nelle vene e una grande passione per il cinema, le giornate di sole, il fantasy, la musica rock e l'antichità. Qui un po' di me, di ciò che mi piace o scopro o m'ispira, senza particolare cadenza o criterio. Benvenuti nel mio regno, trattatemelo bene! u.u

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Cambiare l'acqua ai fiori, Valérie Perrin

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